Pontemerlano
Il nome Pontemerlano indica probabilmente la presenta di un Ponte merlato di passaggio.
Oratorio della Madonna di Loreto
Collocato in fregio alla strada e rivolto verso Villa Riesenfeldt di cui è pertinenza, l'oratorio è dell'inizio del Settecento (vedi foto sotto). Copia della Casa della Vergine Maria custodita nella Basilica di Loreto, è un ambiente unico con volta a botte poggiante su un cornicione semplice (vedi foto sotto). Come a Loreto, si accede all'interno tramite due porte laterali simmetriche; non esiste un ingresso frontale (sostituito da una finestra con inferriata) e le pareti non sono intonacate fino al cornicione. Nell'ancona si trova una copia recente della Madonna di Loreto: l'originale del Settecento è stata trafugata. In facciata, il portale cieco, con una cornice ad orecchie e cartiglio a valva di conchiglia, incornicia una finestra rettangolare. Una cimasa ad edicola con frontone curvo e volute laterali, conclude il prospetto.

Villa Riesenfeldt

Lasciato Barbasso, procedendo verso Mantova, incontriamo l’abitato di Pontemerlano; sulla sinistra notiamo il profilo della Villa Riesenfeldt (vedi foto sotto). La villa, risalente agli inizi del Settecento, presenta caratteristiche atipiche per il territorio mantovano, quale il tema delle due logge a serliana sovrapposte che richiamano un ispirazione veneta. L’impianto della villa risulta disequilibrato dal prolungamento asimmetrico del corpo di fabbrica cui si aggiunge, quale ulteriore fattore di disomogeneità, l’alternarsi a coronamento delle finestre di timpani triangolari e curvilinei che seguono una modularità diversa a seconda dei piani. Lo stile decorativo rococò delle finestre si contrappone all’ispirazione “palladiana” delle logge indicando una probabile sovrapposizione di interventi architettonici successivi.

Villa Isabella (Arrigoni)

A Pontemerlano è ubicata una delle ville gentilizie tra le più interessanti e meglio conservate del territorio roncoferrarese: Villa Isabella (vedi foto sotto). La costruzione risalente al XVIII secolo presenta una scala centrale a tenaglia, caratterizzata da una curvatura ellittica, che porta all’ingresso e che costituisce un elemento scenografico di a bugnato che evidenzia gli spigoli e il portale di ingresso. Le finestre sono sovrastate da timpani triangolari e curvilinei alternati secondo uno schema di derivazione rinascimentale già riscontrato nella vicina Villa Riesenfeldt. L’impianto complessivo dell’edificio rispecchia l’esperienza secentesca di Villa Riva Berni a Bagnolo S.Vito seppure con alcune modifiche. Gli interni presentano delle interessanti decorazioni pittoriche (vedi foto sotto), prevalentemente prospettive e temi floreali, di gusto rococò.

Corte Rottadola

Lungo la strada che porta a Castelletto Borgo notiamo sulla destra Corte Rottadola (vedi foto sotto). Nel passato la corte, già appartenuta a Francesco I Gonzaga, era nota poiché ospitava un “palazzo di villeggiatura” di proprietà vescovile costruito tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento mediante l’ampliamento di edifici preesistenti. La prestigiosa residenza di campagna, venne demolita verso la metà dell’Ottocento per recuperarne materiali da costruzione e di essa non restano oggi significative tracce. Rimane invece un’interessante casa colonica costruita tra il 1854 e il 1864 che seppur all’esterno risulti di aspetto comune presenta invece al suo interno caratteristiche uniche. L’edificio, a pianta quadrata, fu costruito su committenza della mensa vescovile come abitazioni per i coloni; esso è suddiviso in quattro appartamenti, articolati su tre piani, dotati di accessi indipendenti, ubicati sulle diverse facciate, e di un particolare sistema di scale indipendenti che collegano i locali posti sui diversi piani (vedi foto sotto). La soluzione scelta per collegare le diverse unità abitative risale all’iniziativa di Gioacchino Magri, l’affittuale del fondo Rottadola nonché al lavoro del progettista il cui nome è sconosciuto, ma da alcuni identificato con l’ingegnere Iacopo Martinelli, tecnico della mensa vescovile. La casa colonica di Rottadola viene così a costituire un momento, per quanto minore, di un percorso architettonico colto di respiro a livello europeo, all’interno del quale riveste sicuro interesse.

Corte Pontemerlano e Casa Padronale

Nel centro della frazione, all’incrocio tra la Strada Ostigliese Ovest e la strada denominata Rismondo in adiacenza si può notare un agglomerato di edifici e fabbricati che portano il nome di Corte Pontemerlano (vedi foto sotto). Essa è costituita da una Casa padronale posizionata in angolo, a struttura cubica a due piani ad uso residenziale caratterizzata da un portico situato al piano terra rivolto verso la Strada Ostigliese, costituito da pilastri e archi a tutto sesto. Inglobato alla corte e adiacente alla Strada Rismondo si può notare un fabbricato destinato a Caseificio ora in disuso e alcuni edifici di tipo produttivo ed agricolo. L’epoca di costruzione della corte si può fare risalire al periodo storico che va a cavallo tra il XIX e XX secolo. Attualmente la corte con la casa padronale sono in discreto stato di conservazione.

Edificio ex caseificio


Edificio ex scuole comunali

Prima di entrare in paese proseguendo verso Mantova sulla destra si può notare il fabbricato delle Ex

scuole, un tempo di proprietà del Comune e sede delle scuole Elementari (vedi foto sotto); esso è originario del XX secolo, e oggi sede di una attività commerciale. Il fabbricato è attualmente in buono stato di conservazione.

Filare di Gelsi