Barbasso

Il nome Barbasso deriva da borgo basso, ad indicare un agglomerato di case poste ad un livello più basso delle quote altimetriche vicine

Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo
La chiesa di San Pietro, di gusto tardobarocco (vedi foto sotto), è iniziata nel 1750 e terminata nel 1830. L'interno, ad aula con volta a botte lunettata, ha quattro cappelle laterali. La facciata ha un doppio ordine sovrapposto, con la larghezza della parte inferiore corrispondente a quella superiore. Il portale centrale, con cornice ad orecchiette e frontone ondulato e interrotto, era affiancato da due porte laterali con bardellatura lobata, oggi tamponate. All'interno nell'abside si trova un dipinto della seconda metà del secolo XVIII con la consegna delle chiavi a San Pietro. Nel presbiterio, una Madonna in trono con i Santi Domenico, Luigi Gonzaga e Antonio e una Derisione di Cristo, parte di una  facciata ha un doppio ordine sovrapposto, con la larghezza della parte inferiore corrispondente a quella superiore. Il portale centrale, con cornice ad orecchiette e frontone ondulato e interrotto, era affiancato da due porte laterali con bardellatura lobata, oggi tamponate. All'interno nell'abside si trova un dipinto della seconda metà del secolo XVIII con la consegna delle chiavi a San Pietro. Nel presbiterio, una Madonna in trono con i Santi Domenico, Luigi Gonzaga e Antonio e una Derisione di Cristo, parte di una da due porte laterali con bardellatura lobata, oggi tamponate. All'interno nell'abside si trova un dipinto della seconda metà del secolo XVIII con la consegna delle chiavi a San Pietro. Nel presbiterio, una Madonna in trono con i Santi Domenico, Luigi Gonzaga e Antonio e una Derisione di Cristo, parte di una legno dorato della Madonna in trono con Bambino del secolo XVI proveniente, come il sottostante reliquiario dall'Oratorio della Garolda; e una Madonna con Santa Lucia e San Luigi Gonzaga. Ovali di santi della metà del secolo XVIII si trovano lungo la navata. L'organo, progettato da Ferdinando Montesanti nel 1835, viene inaugurato dallo stesso organaro il 29 giugno 1843.

Villa Veneri

Prima di entrare nell’abitato di Barbasso sulla destra notiamo la settecentesca Villa Veneri (vedi foto sotto). Il palazzo padronale, inserito nella struttura della corte agricola, è affiancato da due brevi ali minori che ne condividono il piano di facciata seppur presentino una altezza minore. La facciata è scandita da una prima fascia marcapiano, che ingloba le mensole delle finestre, e dalla fascia del sottotetto che è ritmata da una serie di oculi ellittici. La pianta dell’edificio presenta il classico atrio passante valorizzato da ricche decorazioni pittoriche ad affresco che continuano anche nei restanti locali.

Corte Ginepro

Lasciata alle spalle Villa Veneri, proseguendo verso Mantova, notiamo l’articolato complesso della Corte Ginepro (vedi foto sotto) all’interno del quale domina la mole della pregevole barchessa porticata. L’attuale Corte, che prende il nome dall’antica “insula Zenevre” di cui testimoniano documenti di età matildica, è formata da diversi edifici tra i quali riveste particolare interesse il palazzo padronale e il grande edificio porticato adibito a stalla e fienile. Entrambi questi edifici risalgono al XIX secolo, in particolare si può notare sulla barchessa un’ iscrizione che ne attesta la costruzione al 1874. Quest’ultimo edificio, di notevoli dimensioni presenta un vasto porticato aperto sui due lati; all’interno contiene, secondo uno schema tradizionale dell’edilizia rurale mantovana, le stalle e le scuderie sovrastate dal fienile vero e proprio.

Chiavica del Moro

Prima di entrare a Barbasso imboccando sulla destra strada Cadorna e proseguendo verso il Canale Bianco e superato, si può notare una piccola zona umida di interesse comunitario formata da una lanca della sponda sinistra del Mincio tra Formigosa e Barbasso al cui interno vediamo la Chiavica del Moro (vedi foto sotto), piccolo edificio (ex casello di regolazione idraulica) affacciato sulla lanca; oggi divenuto centro naturalistico e didattico.

La "Casa del diavolo"

Loc. Castellazzo

Prima di entrare in paese imboccando sulla sinistra la strada denominata Valle dei Signori e proseguendo più avanti si può notare un caratteristico nucleo urbano denominato “Castellazzo” (vedi foto sotto), anticamente luogo di un sito Etrusco da far risalire al IV-III secolo a.C., e caratterizzato ancor prima da un insediamento primitivo di tipo palafitticolo (XIII secolo a.C.); attualmente si può notare un gruppo di abitazioni e una corte agricola rurale in discreto stato di conservazione.

Sala Civica Di Capi

In centro a Barbasso collegata all’edificio destinato agli Uffici delle Poste, possiamo notare la Sala Civica Di Capi (dedicata al pittore Giordano Di Capi e la sua terra); documentata a partire dagli inizi del XX secolo. Caratteristiche le decorazioni esterne della facciata in stile liberty. Attualmente la Sala come si legge dal nome è adibita a sala civica per riunioni e conferenze pubbliche; essa è in buono stato di conservazione.

Monumento ai Caduti della 1° Guerra mondiale

Di fronte alla Parrocchiale di Barbasso si può notare il Monumento ai Caduti di Guerra anni ’15-18 e anni ’40-45 (vedi foto sotto); eretto in ricordo delle genti che hanno combattuto e perso la vita durante le guerre mondiali.

Cimitero comunale

Parco Periurbano "Baden Powell"
Cave Gineprine

Parco privato di Corte Ginepro