Governolo
Il borgo di Governolo è dal 1956 frazione di Roncoferraro. Il nome deriva da Gubernulum ossia governo, e si riferisce al compito di regolazione delle acque del fiume Mincio, che il paese assume dal secolo XII con la costruzione della prima chiusa. Matilde di Canossa (secolo XI) fa erigere una delle sei torri di un'ampia fortificazione. Governolo, a partire dal secolo XII si pone come testa di un sistema difensivo di Mantova chiamato Serraglio: una cortina fortificata costituita da canali e fiumi. Il borgo di Governolo, fino al 1983, era diviso in due parti dal corso del Mincio che scorreva nell'avvallamento oggi adibito a parco pubblico. Le due parti erano distinte come Governolo di qua, oggi in comune di Bagnolo san Vito e corrispondente all'ambito della torre matildica, e Governolo di là, oggi in comune di Roncoferraro e corrispondente al centro abitato sulla sponda sinistra del Mincio. Governolo di qua aveva funzione amministrativa e politica ed era dominato dalla fortezza, e dalla chiesa della Compagnia del Perdono di Assisi. Governolo di là aveva funzione commerciale ed era caratterizzato, come oggi, da una fitta maglia di edifici porticati, disposti su stretti lotti gotici, allineati all'originaria sponda del Mincio. Nel 1848, il 24 aprile e il 18 luglio, Governolo fu teatro di due vittoriose battaglie risorgimentali tra piemontesi e austriaci in cui i bersaglieri sconfissero le truppe imperiali. In ricordo fu fondato il Battaglione Governolo dei Bersaglieri dell'esercito.
Chiesa Parrocchiale di Sant'Erasmo
Costruita a partire dal 1756 e conclusa nel 1805 la chiesa sostituisce un precedente tempio demolito ad inizio dell'Ottocento. Della vecchia chiesa rimangono il muro inglobato nell'attuale canonica e il campanile tardo gotico della prima metà del Quattrocento. Questo, chiaramente derivato dal modello del campanile della Basilica di Sant'Andrea, si rifà all'architettura gotica lombarda. Con la canna scandita da pilastri angolari e da cornici marcapiano ad archetti acuti intrecciati, ha una cella campanaria aperta da bifore con capitelli scudati. L'ottagono che sorregge la cuspide presenta monofore con bardelloni di derivazione campionese. L'arco ad ogiva presente alla base rimanda al transetto della vecchia chiesa, mentre una monofora, sul muro della canonica, alla navata laterale. L'attuale chiesa, di gusto tardobarocco (vedi foto sotto), riprende il modello della pianta rettangolare resa cruciforme tramite pilastri che creano quattro spazi secondari. Le decorazioni pittoriche, del 1891, rappresentano i quattro evangelisti negli spicchi della volta a vela, e gli angeli del paradiso della calotta dell'abside. Le specchiature delle lesene sono decorate con motivi a candelabra in trompe l'oeil conclusi dalla figura di un santo. Nella sagrestia si trova il quadro di Francesco Borgani (datato 1614) raffigurante l'incontro tra papa Leone I e Attila. L'opera, commissionata da Gabriele Bertazzolo, era in origine custodita in un oratorio che sorgeva dove la tradizione tramanda sia avvenuto lo storico incontro. Una copia del quadro, eseguita dal veronese Giuseppe Maderna nel 1807, si trova sulla cappella laterale di sinistra. Sempre in sagrestia, un prezioso tabernacolo seicentesco contiene le reliquie di S. Leone Magno, traslate a Governolo nel 1614. Nella chiesa (vedi foto sotto) si trovano inoltre un fonte battesimale del 1577 e l'organo Montesanti realizzato tra il' 600 e l' 800 prima appartenuto alla Basilica di Sant' Andrea e venduto a Governolo nel 1850.
Conca del Bertazzolo
Il borgo di Governolo sorge in un punto nevralgico della navigazione lungo il fiume Mincio, che in origine passava nel centro del paese. La prima chiusa venne realizzata a Governolo nel 1198 dall' ingegnere Alberto Pitentino con l'intento di regolare il livello dell'acqua del fiume, evitare l'ingresso delle acque del Po in piena e rendere quindi più sicura la città di Mantova. Il sostegno era costituito da un'unica bocca poi raddoppiata nel 1394 dal duca Francesco Gonzaga. L'assetto attuale della conca è del secolo XVII, quando Gabriele Bertazzolo affiancò alla chiusa una conca di navigazione attrezzata con una serie di paratie atte a consentire, alle imbarcazioni mercantili, il superamento del dislivello d'acqua. Le strutture del Bertazzolo furono in parte sostituite nel 1886 quando lo Stato italiano costruì la nuova chiusa a due bocche. Nel 1925 il corso del fiume viene modificato e si realizza la nuova conca di navigazione (vedi foto sotto). L' originario letto del Mincio, al centro del paese, è interrato nel 1983 quando si devia il corso del Mincio nell'attuale alveo, si costruisce la nuova chiusa e si realizza la Biconca San Leone Magno.
Biconca San Leone Magno
Progettata per collegare il fiume Mincio, in prossimità della sua foce, al canale navigabile artificiale Fissero-Tartaro (Canale Bianco) ha lo scopo di sottrarre la navigazione commerciale dal tratto inferiore del Mincio al fine di evitare l'erosione degli argini. La biconca permette alle imbarcazioni, in 7-8 minuti, di superare il dislivello esistente fra il canale, a livello costante (quota m. + 12,50), e il fiume Mincio a livello variabile. La biconca consiste essenzialmente di due vasche lunghe rispettivamente m. 125 e m. 101, larghe m. 12,30 e della profondità di m. 13. La struttura è munita di tre paratoie a manovra verticale (vedi foto sotto) che consentono di usare separatamente una vasca o entrambe, per il passaggio di uno o più natanti. A valle è stata posta una porta vinciana per intercludere il complesso della conca in caso di piene del Po. La porta vinciana, con la sua altezza di m. 17,50, risulta essere la più alta d'Europa.

Torre Galliano

Sul confine del Comune, vicino alla Conca del Bertazzolo, si staglia il profilo della Torre Galliano con l’annessa casa merlata (vedi foto sotto). La torre, che sorge su un antico feudo appartenente alla Contessa Matilde di Canossa, faceva parte di una fortezza, costruita dall’architetto Galliano nella metà dell’ XI sec. La sua posizione strategica permetteva di controllare una vasta parte di terre, l’intenso commercio fluviale sul Mincio e la difesa della città. Successivamente il castello, entrato in possesso del monastero di S.Benedetto, cadde in rovina; nel 1718 avvenne la definitiva distruzione e dell’antica costruzione rimane solo una torre e la casa merlata ancor oggi visibili. (Attualmente il monumento è sotto il territorio del Comune di Bagnolo S.Vito.)

Casa dei Concari ex Palazzo de Buris

Oggi sede del MUSEO DIFFUSO DEL FIUME

Vicino all’Antica Conca di navigazione del Bertazzolo si può notare l’Ex Casa dei Concari (vedi foto sotto); edificio a struttura cubica la cui destinazione funzionale attuale è quella di polo museale informativo e didattico, sede dell’Ecomuseo. (Attualmente il monumento è sotto il territorio del Comune di Bagnolo S.Vito).

Corte Motta

Sulla strada statale in direzione di Mantova, lasciando il paese di Governolo alle spalle, si vede sul lato sinistro Corte Motta (vedi foto sotto), un tradizionale fabbricato mantovano degli inizi del’ 900 a due piani costituito da un corpo centrale rialzato, nucleo padronale, e da due laterali adibiti ad abitazione per i contadini. In questa tipologia architettonica della corte, frequente nelle zone rurali, si è attenuata la differenza tra le varie parti abitative, ma si è mantenuta l’importanza funzionale dei fabbricati rustici.

Corte del Capitano

Proseguendo nella stessa direzione, verso Mantova, incontriamo su un rialzo, un palazzo padronale del ‘700, Corte del Capitano (vedi foto sotto); il nome deriva dal capitano delle milizie pontificie Giovanni dalle Bande Nere ferito nel XVI sec. in questa zona, durante uno scontro con le truppe mercenarie imperiali di Carlo V. La struttura del palazzo padronale, dalla imponente forma cubica, presenta al piano terra il caratteristico atrio passante che attraversa il fabbricato collegando la facciata principale e il retro. Questo elemento architettonico, presente nella maggior parte delle residenze dominicali di campagna tanto da costituirne una caratteristica tipologica, deriva dallo schema planimetrico dei palazzi urbani caratterizzati da un androne che attraversa il fabbricato con lo scopo di collegare la via pubblica allo spazio cortivo privato. Studiando la facciata si riscontra il solito allineamento verticale di porta d’ingresso ad archivolto e finestra con balconcino a ringhiera in ferro battuto, due fasce orizzontali di finestre con il marcapiano che ingloba le mensole e il sottotetto con finestrelli ellittici.

Corte Pilastri

Non molto distante dall’abitato di Governolo notiamo Corte Pilastri (vedi foto sotto), ora interamente restaurata, che presenta un palazzo padronale a struttura cubica, a tre piani, degli inizi del ‘900. Il palazzo padronale è affiancato da un rustico con forno e da una barchessa; davanti l’aia. Non è stata conservata la classica struttura con androne passante che collega i due ingressi. La corte presenta gli stessi stilemi aulici nell’architettura degli edifici rustici, in particolare della barchessa e delle stalle. Queste peculiarità estetiche confermano la specifica funzione di “dominanza” esercitata dalla corte mantovana, della zona sinistra Mincio.

Corte Palazzetto

Sulla sponda opposta del Canal Bianco, nei pressi dell’abitato di Governolo, incontriamo Corte Palazzetto (vedi foto sotto). Il palazzo padronale è a struttura cubica, a tre piani e in particolare mostra una caratteristica meridiana sulla facciata e un’ architettura molto spoglia. Si può forse localizzare con questa costruzione l’antica “masseria” del castello di Governolo.

Loghino S.Leone

Ai piedi dell’argine del Mincio, a poche centinaie di metri dalla chiesa si trova proprio un loghino (piccolo podere) denominato S.Leone (vedi foto sotto). Da una ricerca archivistica, l’edificio si può fare risalire almeno alla seconda metà del XVI secolo, nel 1585 la casa era già stata costruita. Il fabbricato è a struttura cubica, a due piani, con davanti l’aia. All’interno non è stato mantenuto il classico schema con atrio centrale con le porte in linea e le stanze che si dispongono sui lati. A ridosso dello zoccolo della parete di levante, è fissata una lapide marmorea, voluta dal vescovo di Mantova Francesco Gonzaga nel 1616, in memoria dello storico incontro avvenuto tra Attila e Leone Magno.

Corte Sabbioni

Percorrendo la strada denominata S.Leone Magno si può notare Corte Sabbioni (vedi foto sotto); il periodo di costruzione è riferito dai proprietari agli inizi del Novecento. Corte rurale a struttura cubica, edificio a tre piani, atrio centrale con porte in linea e stanze poste sui lati. Ai lati del fabbricato sono state aggiunte due costruzioni di minore altezza; presenza di un’aia antistante il fabbricato. L’esterno è in pietra faccia a vista. Interventi di restauro hanno interessato la facciata e la copertura. In origine la corte era dotata di stalla che è stata demolita per la costruzione della vicina conca. Attualmente la corte è ad uso abitativo in buono stato.

Scuole Elementari

Percorrendo via Gramsci in direzione Piazza Di Vittorio si possono notare sulla destra le Scuole Elementari (vedi foto sotto); il fabbricato è originario del XX secolo, caratteristico il prospetto anteriore dove si possono vedere interessanti decorazioni pittoriche poste sotto il cornicione del tetto e una fascia con rivestimento in mattoni faccia a vista che evidenzia il primo piano del fabbricato nella parte sottostante. Attualmente l’edificio è sede delle Scuole Elementari, ed è in buono stato di conservazione.

Centro civico Casoni - Ex scuole comunali

Ex Stazione tramviaria

Ingresso Campo da calcio

Di fronte al Cimitero dall’altra parte della strada si può notare il Campo da calcio il cui ingresso risulta molto caratteristico dal punto di vista estetico (vedi foto sotto); costituito da una porzione di parete in muratura verticale dotata di elementi decorativi alle estremità, ingresso centrale sovrastato da un arco e due aperture  laterali, ora chiuse (simmetria bilaterale); esso è originario della metà del XX secolo; sopra il portale d’ingresso è riportata la scritta:"Stadio Comunale Pietro Vicini". La struttura è attualmente in uso ed è in discreto stato di conservazione.

Villa Farinelli

Percorrendo Via Rimembranze in fondo di fronte a Piazza della Repubblica si può notare Villa Farinelli (vedi foto sotto), testimonianza di edilizia signorile civile e residenziale inserita in un contesto di verde privato, recintata sui lati l’edificio sembrerebbe risalire al periodo che va a cavallo tra il XIX e XX secolo (stile liberty). Esternamente la facciata è caratterizzata da decorazioni pittoriche sotto la cornice del tetto, da un rivestimento a bugnato nella zona del piano terra, da finestre con arcature ogivali decorate e da una pregevole tettoia con tetto a capanna sorretta da colonne. Attualmente la villa è in discreto stato di conservazione.
e i Villini in stile liberty

Corte agricola liberty

Monumento ai Caduti del 1848

Vicino al cimitero di Governolo si può notare il Monumento ai Caduti della Guerra 1848 (vedi foto sotto); eretto in onore delle genti che hanno perso la vita durante la guerra risorgimentale.

Monumento ai Caduti 1° guerra mondiale
Al centro di Piazza della Repubblica possiamo notare il Monumento ai Caduti di tutte le guerre (vedi foto sotto), in ricordo delle genti che hanno perso la vita durante le guerre.

Cimitero

Di fronte al campo di calcio si può notare il Cimitero (vedi foto sotto); esso è originario del XIX secolo, al suo

interno si possono vedere lapidi e cappelle di pregevole stile e disegno architettonico. Attualmente il monumento è in discreto stato di conservazione.

Chiusa sul canale Dugale di Governolo