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RONCOFERRARO il capoluogo
Il nome Roncoferraro è composto dalle due parole latine runcare, (dissodare) e ferrarius (fabbro). Il termine ferrarius
rimanda probabilmente alla famiglia o al gruppo che vi si insediò nel
secolo XI iniziando l’opera di bonifica. Il 14 novembre 1088 è stipulato
in Mantova tra la contessa Matilde di Canossa, e il vescovo Ubaldo un
atto di cessione della corte di Barbasso comprendente le ville di
Carzedole (Villa Garibaldi), Roncoferraro, San Martino e Governolo.
Negli anni precedenti abbiamo notizie relative a Nosedole (nel 907),
Governolo, Casale e Poletto (nel 1007), Barbasso (nel 1037), Carzedole e
Garolda (nel 1056), Pontemerlano (nel 1067). A seguito dell’atto del
1088 la curia vescovile diventa proprietaria di gran parte dell’attuale
territorio comunale. A partire dal secolo XIII, grazie ad investiture,
vendite e donazioni, il territorio passa alle potenti famiglie
mantovane, con il conseguente frazionamento della proprietà agricola in
importanti fondi. I Gonzaga acquisteranno ampie zone del comune. Un
castello sorgeva nello stesso luogo dove sorge ora il Municipio,
all’incrocio tra l’antica via romana ad Padum, che conduceva da
Mantova ad Ostiglia, e la strada che si collega a Castel d’Ario. La
fortezza è demolita a partire dal 1717 così da ricavare materiale per la
costruzione della fortezza di Cittadella. Il castello a pianta
quadrata, con torri angolari, torre d’ingresso, e due fabbricati
interni, era circondato da un doppio fossato, interrato nel 1921.
Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista La
chiesa è costruita tra il 1861 e il 1863 su progetto dell’architetto
Giovanni Cherubini (1805-1882). Di gusto neoclassico (vedi foto sotto),
ispirato al classicismo cinquecentesco di Andrea Palladio, il tempio
sviluppa il concetto dello spazio quadrilatero reso cruciforme mediante
pilastri. L’esterno con una facciata tripartita, presenta al centro un
profondo arco, sostenuto da una doppia coppia di lesene, che incornicia
una finestra termale. All’interno si trovano tre tele appartenenti alla
vecchia chiesa tardo cinquecentesca: nel presbiterio a destra, la Stigmatizzazione di San Francesco opera di Stefano San Vito del 1595; a sinistra Dio Padre che dipinge la Vergine
(ignoto del XVIII secolo); nella navata un San Giovanni di scuola
correggesca (ignoto secolo XVI). Il campanile è realizzato pochi anni
prima della chiesa, su progetto dell’ingegnere Ettore Malacarne, a
servizio del precedente tempio.  

Corte Grande Esempio
di corte aperta (vedi foto sotto), funzionale alla coltivazione del
riso, il complesso si sviluppa ad “L” attorno ad un’aia. Fino a qualche
decennio fa, la corte era delimitata da un rettangolo idrico formato dal
canale Burceladora che serviva, oltre all’isolamento della struttura,
anche al trasporto del riso su barche.Realizzata in fasi successive,
presenta un corpo padronale di fine ‘600, riadattato in forme
neoclassiche nel XIX secolo. Ai lati si sviluppano le abitazioni dei
salariati e alle estremità due barchesse poste simmetricamente, con
colonnato dorico, realizzate a metà Ottocento su progetto
dell’architetto Giovanni Cherubini.   
Municipio e Palazzina neoclassica
Nei
pressi della chiesa parrocchiale incontriamo gli edifici del municipio
sorgenti su un colle che anticamente ospitava il Castello di
Roncoferraro. Quest’ultimo, di cui oggi restano solo alcune arcate nelle sottostrutture al di sotto della palazzina neoclassica, era un importante
maniero che fin dall’alto medio evo presidiava i confini nord orientali
del territorio mantovano. Si può intuire, sulla base delle mappe e dei
primi indizi emergenti dalle fondamenta, che esso avesse una struttura
quadrangolare munita di torrioni. Sulle fondamenta del Castello venne in seguito
edificata, verso la metà dell’Ottocento, la villa dei Conti Pellegrini,
successivamente trasformata, mediante pesanti modifiche
che ne hanno cancellato la natura originaria, in sede municipale. A
testimonianza dei caratteri stilistici presunti della villa non resta
ora che la palazzina neoclassica annessa al municipio che fu costruita
dopo il 1829. Dopo
alterne vicende il Castello, da tempo in rovina, venne del tutto
demolito agli inizi del Settecento, per un verso, a recuperare materiali
edili per il rafforzamento delle difese cittadine e, per un altro, a non lasciare sul territorio una molteplicità di strutture difensive.


Corte S.Giovanni e Oratorio annesso Abbandonata
la sede municipale, lungo la strada che conduce alla Garolda, troviamo
un’altra importante corte rurale; si tratta di Corte S. Giovanni (vedi
foto sotto), una delle più interessanti e articolate. Il fondo S.
Giovanni è citato in antichi documenti medievali risalenti all’anno
1005. L’assetto attuale della corte risente della riorganizzazione
di età gonzaghesca, ispirata alla tipologia della corte aperta in
linea, e delle preesistenze che incidono sulla localizzazione di alcuni
manufatti come, ad esempio, l’attuale cappella. Quest’ultima infatti,
inserita negli stabili che fronteggiano l’ingresso, dal carattere
lineare, nasce probabilmente in corrispondenza dell’antica cappella
dedicata a S. Giovanni Battista, citata nei summenzionati documenti del 1005.
Altro elemento di spicco che ha contribuito all’organizzazione della
corte quale è oggi osservabile, è costituito dalla costruzione delle
piccole abitazioni contadine a schiera, oggi disabitate, nate lungo il
muro perimetrale occidentale
al cui interno è collocato il portale d’accesso. Tale sviluppo
abitativo ha consistentemente alterato l’assetto della corte; il
risultato finale perciò è un sistema articolato in cui coesistono
elementi antichi e recenti, tra cui ricordiamo le stalle ottocentesche. 
 



Corte Badia Procedendo
verso Roncoferraro lungo la strada che porta alla località dei Livelli
notiamo la Corte Badia (vedi foto sotto). Il toponimo,”contrata Badie” o
“contrata Abatie” riportato nei documenti sin dal 1416, parrebbe
indicare il possesso
di tale fondo da parte di una qualche abbazia o dipartimento
conventuale; a oggi però non è stato rinvenuto alcun dato che provi tali
ipotesi. Il restauro della residenza padronale non consente inoltre un
facile reperimento di tracce o indicazioni di preesistenti edifici. Le
pregevoli stalle, con soffitti a vela e colonnati marmorei, risultano di
gusto neoclassico.
Corte S.Cassiano Oltrepassato l’abitato di Roncoferraro procedendo in direzione di Nosedole ci soffermiamo presso la Corte S. Cassiano (vedi foto sotto) che nasce laddove anticamente era situata l’omonima abbazia benedettina. L’antico monastero, sulla
cui fondazione non si possiedono dati certi, fu donato nel IX secolo,
secondo un documento matildico posteriore datato alla fine dell’anno
Mille, dall’imperatore Ludovico alla chiesa di Mantova. Nel 924
l’abbazia fu distrutta, probabilmente dagli Ungheri, ma riuscì a
salvarsi poiché essa viene citata come ancora esistente in un documento
dell’imperatore Enrico II del 1021. Degli antichi splendori, che
rendevano l’abbazia di S. Cassiano una delle più importanti nel
mantovano in età medievale, resta oggi ben poco. Risulta complicata
quindi il riconoscimento di eventuali resti che possono essere stati
inglobati negli edifici attuali. 
 
Corte Frassinara
Fuori dal paese, proseguendo verso Nosedole, si può notare sulla destra Corte Frassinara. La corte è
documentata
fin dal ‘500. La palazzina nobiliare al suo interno è caratterizzata da
chiare linee architettoniche cinquecentesche, di pregevole interesse
storico (vedi foto sotto). 
Villa Vanzini
Subito
entrati in paese di fronte alla Piscina Comunale si può notare Villa
Vanzini (vedi foto sotto), inserita in un area riservata a parco,
l’epoca di costruzione si può fare risalire al XIX secolo. Chiusa sui
quattro lati da
una
recinzione, il portone d’ingresso è formato da due pilastri in mattoni
faccia a vista; la villa è costituita da un palazzo padronale al centro,
da edifici minori ai lati (stalla, barchessa) e da una zona adibita a
parco-giardino. Attualmente l’edificio risulta restaurato, esternamente
le facciate presentano una pregevole intonacatura di colore bianco; la
villa risulta essere in buono stato di conservazione. 
Casa Pacchioni
Subito
usciti dal paese proseguendo in direzione Mantova si possono notare
sulla destra le forme di un palazzetto neoclassico: Casa Pacchioni (vedi
foto sotto). L’epoca di costruzione si può fare risalire al periodo
che
va a cavallo tra il XVIII e XIX secolo; l’edificio è caratterizzato da
una facciata con timpano centrale sovrastato da una statua dello
scultore Antonio Canova e da semicolonne su alti basamenti, in complesso
risulta molto semplice ed equilibrata; esternamente i piani
dell’edificio sono evidenziati da cornici orizzontali a tutta lunghezza.
Attualmente il fabbricato è in buono stato di conservazione. 
Parco pubblico "ex Raganella"
Nei
pressi della Piscina Comunale e del Municipio, si può notare Parco
Raganella (vedi foto sotto). La zona è destinata a verde pubblico, bensì
a parco e giardino di rilevanza storica tanto da essere vincolato dalla
legge
n° 1089 e dalla legge n° 1497, come bene culturale ed artistico ad
interesse della Sovrintendenza. Esso è originario presumibilmente del XX
secolo e attualmente è in buono stato di conservazione. 
L’amministrazione del Comune di Roncoferraro nel 1998 per tenere viva la memoria di questa epica figura, ha
voluto costruire un monumento (vedi foto sotto) che la rappresenta in
posizione di monda, in una immaginaria risaia, affinché i posteri
possano ricordare l’aspetto più significativo del duro lavoro a cui era
sottoposta questa incomparabile figura umile di donna e di madre del passato.
Monumento ai Caduti della 1° guerra mondiale
Nel centro di Roncoferraro, nelle vicinanze del palazzo Municipale, si può notare il Monumento ai Caduti delle
guerre, anni ’15-18 e ’40-45 (vedi foto sotto); eretto in onore delle
genti che hanno perso la vita durante le due guerre mondiali. 
Cimitero
Usciti dal paese e proseguendo verso Barbassolo si può notare sulla sinistra il Cimitero, originario
del XIX secolo; al suo interno sono posizionate lapidi e cappelle di
pregevole stile architettonico. Ultimamente lo spazio frontale e il
prospetto hanno subito un intervento di restauro e di riqualificazione
architettonica, il monumento attualmente è in buono stato di
conservazione.
 
"Navetta" S. Luigi
Manifatto idraulico finalizzato al governo delle acque per uso irriguo (sec. XVIII).

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